MODALITà D’USO

PERCHÉ IL PACCO D'API E COME SI UTILIZZA

Il pacco d’api è un insieme di 1,5 kg di api (circa 15000 operaie), tenute calme ed aggregate da un feromone sintetico che simula la presenza della regina.
Gli utilizzi a disposizione dell’apicoltore sono molteplici e fanno del pacco uno strumento veramente versatile.

Un aspetto positivo che esula dall’indirizzo che vorrete dargli è quello di poter partire puliti da varroa. Noi facciamo del contenimento della varroa un must aziendale, e siamo disposti a sfidarvi a trovarne nei nostri pacchi. Ma se non voleste fidarvi, siete sempre in tempo a trattarle velocemente in assenza di covata.

Si possono costituire nuove colonie utilizzando la propria cera e limitando il pericolo di “comprare” anche malattie o cera inquinata.
Quindi permette di riciclare telai in buone condizioni da casse smantellate in precedenza o di utilizzare fogli cerei di origine certa. Consente anche di produrre sciami nuovi indipendentemente da quale tipo di formato utilizziate, Dadant , Langstroth, Layens, British etc.

Ovviamente per questo utilizzo bisogna acquistare anche le regine.

In caso di acquisto di pacchi orfani, un utilizzo molto comune è quello di andare a inserire nel melario, poco prima o all’inizio di un raccolto, il pacco intero o una parte, in modo da permettere anche a famiglie meno forti di avere a disposizione nel giro di qualche giorno, un maggior numero di bottinatrici per incrementare i raccolti. Diciamo una sorta di turbo da spendere per livellare la forza delle casse.

Per chi possiede un allevamento regine e non riesce ad essere autosufficiente con il riempimento dei nuclei di fecondazione, il pacco d’api rappresenta una comoda opzione.
Avviare il proprio allevamento maneggiando api nude e inserendo una cella nascente. Un sistema ormai collaudassimo.

Infine, negli ultimi anni siamo venuti a conoscenza indirettamente di pacchi con feromone usati per i servizi di impollinazione. Non vogliamo scrivere nulla in proposito per due motivi: il primo è che non abbiamo esperienza diretta con questo utilizzo. Il secondo è che non vogliamo nemmeno pubblicizzarlo ed incentivarlo visto che da quello che abbiamo intuito si tratterebbero di api totalmente a perdere.

In ogni caso, qualsiasi sia il motivo per il quale avete deciso di utilizzare i pacchi d’api, è di fondamentale importanza maneggiarli al meglio per evitare spiacevoli sorprese.
Vaporizzare leggermente con acqua le api al momento dell’inserimento per limitare la perdita delle stesse.

Senza però esagerare, specie se si fa con condizioni rigide di temperatura. Vi potreste ritrovare con api morte sul fondo soffocate dal peso di quelle che le ricoprono.
Se si devono costituire famiglie nuove posizionare le arnie con distanze e direzioni diverse per annullare eventuali derive. Introdurre le api preferibilmente verso sera rimuovendo il feromone.

Introdurre le regine con la relativa gabbietta. Non lasciare pacchi vuoti e feromoni in apiario.

Se maneggiati con attenzione, lo sprint produttivo delle api nude, simile ad una famiglia di sciamatura, sostenuto da un raccolto o da una sistematica nutrizione di sostegno vi sorprenderà per i tempi ristretti entro i quali passerete da 15000 api circa ad una famiglia pronta ad andare in produzione.
E’ normale ritrovarsi dopo circa 1 mese famiglie con molta covata e relativamente poche api se siete partiti da 0 con telai costruiti o addirittura da fogli cerei. Dopo 20/30 giorni si tocca il picco minimo di popolazione. Ma se seguite con attenzione, dopo 40/50 giorni potrete contare su colonie pronte per ogni tipo di produzione.